Condominio e proprietari falliti


Descrizione:

Come da poco segnalato anche da IlSole24ore la morosità risulta in questo periodo alta in un condominio su quattro. In Italia comunque questi dati sono abbastanza in linea anche con il passato. Una delle pratiche generali adottate è ad esempio quella di pagare a 90 giorni le fatture anche in tempi non di crisi. Tornando invece al condominio non così raramente succede che un proprietario fallisca. In pratica non è più in grado di far fronte alle spese. Quali quindi le conseguenze? Innanzitutto chi fallisce ha comunque diritto di avere la casa di abitazione per lui e i suoi famigliari, almeno fintanto che essa non venga messa all’asta dal curatore del fallimento. Mentre il suo stipendio o pensione può essere sottratto solamente entro certi limiti e comunque non si può compromettere il mantenimento suo e della famiglia. Si intuisce immediatamente come in certi casi diventi difficile per il condominio ottenere soldi in caso di fallimento del singolo condomino. Ci sono poi una serie di creditori che hanno il diritto di farsi pagare per primi, ad esempio il fisco. L’ultima spiaggia è l’asta fallimentare, ma attenzione anche in questo non bisogna farsi troppe illusioni. A parte i costi che il condominio deve sostenere per la procedura che possono in alcuni casi anche superare l’importo dovuto dal condomino moroso, l’obbligo a pagare dell’acquirente è limitato all’anno dell’acquisto e a quello precedente. Considerando i tempi di vendita all’asta che possono superare abbondantemente i due anni, la diretta conseguenza è l’assoluta incertezza di poter rientrare delle spese effettuate per dar corso alla procedura stessa.


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